L’ibis eremita è un uccello migratore originario dell’Europa centrale (Svizzera, Austria, Germania meridionale), scomparso nel XVII secolo a causa della persecuzione e della caccia. A partire al 2003 con un progetto di reintroduzione coordinato dal Ministero dell'Ambiente spagnolo e dal 2012, grazie a due progetti LIFE, lo stato di conservazione di questo raro animale nella Lista Rossa IUCN è migliorato passando da “criticamente minacciato” a "minacciato".
Dal 2012 al 2019 un primo progetto (LIFE+12-BIO_AT_000143) ha portato alla reintroduzione dell’ibis eremita sulle Alpi: nel 2019, 142 uccelli vivevano in tre colonie riproduttive a nord delle Alpi e trascorrevano l'inverno in un’area di svernamento comune in Toscana. Dal 2022, il progetto LIFE "LIFE20 Ibis Eremita” (LIFE20 NAT/AT/000049) prevede un ulteriore sviluppo della popolazione migratrice fino a renderla autosufficiente entro il 2028. Il progetto LIFE+ sull’ibis eremita “Reason for Hope” è il primo tentativo, su base scientifica, di reintroduzione di una specie migratrice nella sua area di origine. L’obiettivo è quello di insegnare ai giovani ibis, nati in un centro di allevamento, una possibile rotta migratoria dai quartieri riproduttivi in Germania e Austria all’area di svernamento nell’Oasi WWF della Laguna di Orbetello in Toscana. In natura i giovani ibis sono accompagnati nella prima migrazione dai genitori. Grazie all'imprinting (concetto elaborato dal famoso etologo Konrad Lorenz secondo cui il legame che si sviluppa tra i piccoli di alcune specie di uccelli e la prima figura che vedono appena usciti dal guscio), per i giovani ibis nati in cattività, l'essere umano può trasformarsi in un punto di riferimento da seguire, capace di condurli nella migrazione a bordo di un ultraleggero. Una volta appresa la rotta migratoria, nel periodo primaverile gli ibis saranno in grado di ritornare autonomamente nelle aree di riproduzione. Foto Guido Teppa
|